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Contro Mastro Ciliegia

Balzerani, le vittime e l'inferno

Maurizio Crippa

L'ex brigatista che partecipò alla strage di via Fani e al rapimento Moro non s'è mai pentita, e sono fatti suoi. Ma insultare le vittime di terrorismo dopo 40 anni è una cosa oscena, e questo riguarda noi. Chissà se sull'inferno ha ragione Balthasar o Ratzinger

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Con un filo di ipocrita magnanimità, le si può augurare che avesse ragione Hans Urs von Balthasar su quella storia dell’inferno vuoto, anche se il suo amico professor Ratzinger non era per nulla della stessa idea. De mortuis nihil nisi bonum, ma Barbara Balzerani, defunta oggi, non era una buona persona. Fece parte della colonna delle Br che rapì Moro e uccise la sua scorta e fu condannata all’ergastolo. Mai pentita, ma sono fatti suoi; però nel quarantesimo anniversario della strage riuscì a dire cose ignobili delle sue vittime, e in generale delle vittime della sua (loro) follia omicida, e questi sono invece fatti nostri: “C’è una figura, la vittima, che è diventato un mestiere, questa figura stramba per cui la vittima ha il monopolio della parola. Io non dico che non abbiano diritto a dire la loro, figuriamoci. Ma non ce l’hai solo te il diritto, non è che la storia la puoi fare solo te”. E credendosi abbastanza intelligente da fare una battuta: “Che palle, sta per arrivare il quarantennale della strage, qualcuno vuole ospitarmi?”. Le rispose a distanza Maria Fida Moro: “Io ho il diritto di dire ‘che palle il quarantennale’, non tu”. La figlia di Moro l’ha preceduta di pochi giorni. Balthasar o Ratzinger, molto meglio che non si incontrino. 

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