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contro mastro ciliegia

Caro Barbano, si svegli

Maurizio Crippa

L'irricevibile e maldestra lezioncina di garantismo liberale del conduttore di "Stampa e regime" di Radio radicale per un articolo del Foglio. Era mattina presto, ma Barbano non ha capito né l'argomento né il registro. Il caso Salis non c'entra

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Per fatto personale; ma anche perché sentir fare la lezioncina di garantismo liberale a un giornale come questo è cosa irricevibile. Dunque Alessandro Barbano, collega spesso ospite (anche noi abbiamo il diversity editor) che ieri a Stampa e regime di Radio radicale ha accusato un articolo del Foglio, il mio, di trattare il caso Salis non “alla stregua di un fatto di giustizia ma di un fatto di etica e morale”. Già qui sbagliando: lo trattavo come un fatto culturale e politico, poiché (anche) di questo si discute. “Strumentalizzando”. “Purtroppo”. “Diventa il caso di una partita di calcio”. Da non credere. Il pezzo infatti si occupava non di diritto e galere (di quello s’era scritto il giorno prima: il rassegnante ne sia informato) bensì di ideologia del ceto medio riflessivo, ma Barbano ha dato mostra di non intendere né il tema né il registro. “Il caso è ben altro”, ha sentenziato. Ma poiché ci sono più cose in cielo e in terra che nelle opinioni di Barbano, nulla vieta di parlare  di un altro argomento, diverso ma non impertinente: la prevaricazione da cui nascono le violenze.  “I liberali si definiscono dalle pregiudiziali”, sdottoreggia. Basterebbe definirsi dalla comprensione dei testi. “Lei cosa farebbe, Crippa?”. Maddai. L’accusa di “illiberalità” se la può riprendere. Era mattina presto, la prossima volta si svegli. (Per l’anagrafe: mi chiamo Maurizio).

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