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contro mastro ciliegia

L'ultimo Tuono di Gigi Riva

Maurizio Crippa

È morto nella sua Cagliari l'attaccante che trascinò allo scudetto i rossoblù. È stato un grande italiano, e il più grande attaccante italiano

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Quel nome leggendario che per lui aveva scolpito Brera e che rimarrà per sempre nei cuori degli italiani e negli annali del Grande Calcio dice tutta la verità del calciatore, ma forse non dell’uomo. Che nella vita è stato taciturno e riservato, scontroso quasi, un figlio aspro del popolo del lago, su a Leggiuno, che poi si fece figlio della Sardegna altrettanto aspra, magnifica e poco espansiva. Esplodeva in campo, Gigi Riva. Il suo micidiale sinistro di tuono, la sua grinta, la forza di superare avversari e sofferenza e infortuni. In pochi avevano creduto in quel trasferimento a Cagliari che fece epoca, e che quel bomber fortissimo e taciturno avrebbe trascinato quella squadra, quella maglia che ha amato tutta la vita fino a vincere. Leggenda. Invece è stato tutto vero, il varesino di lago s’è fatto sardo d’isola e di mare, e ha amato quel luogo, quella gente, quella vita. Ed è stato un grande italiano, e il più grande attaccante italiano, che trascinò gli Azzurri da giocatore e poi da dirigente avvolto dalla sua nuvola di sigarette, la voce non di tuono ma roca, la fedeltà a sé stesso, alla sua vita e alle sue due terre. E se n’è andato così, come se ne vanno solo gli eroi, senza bisogno di aggiungere nulla. Nella sua Cagliari.

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