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Contro mastro ciliegia

Cosa è mafia e cosa no

Maurizio Crippa

La Cassazione che ha riconosciuto come associazione mafiosa il clan Casamonica è la stessa che in precedenza aveva liquidato come inesistente la narrazione mediatico-giudiziaria di "mafia capitale". Una distinzione cruciale. Bene per la giustizia, per Roma e per la giusta lotta alla criminalità

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Menomale che abbiamo anche la corte di Cassazione più bella del mondo. Quella che ieri ha confermato una sentenza del 2021 contro “il gruppo criminale Casamonica”, ben noto a Roma e non solo, che configurava il clan “costituito da due gruppi familiari dediti ad usura, estorsioni, abusivo esercizio del credito, traffico di stupefacenti,” non solo come normale malavita, ma come “galassia” organizzata, dotata “di un indiscusso ‘prestigio criminale’” e di “costante interconnessione”. In una parola, hanno confermato per il clan l’accusa di mafia. Una buona notizia per Roma, che va di pari passo con un’altra precedente sentenza della Cassazione, sempre riguardante la città: quella in cui invece aveva definitivamente liquidato la narrazione di “mafia capitale, escludendo che i reati commessi dagli imputati fossero rubricabili come “associazione di tipo mafioso”, secondo le mirabolanti accuse della Procura. Quando è mafia è mafia, quando non lo è non lo è. Culla del diritto. 

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