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contro mastro ciliegia

Depardieu, "porc" e pure femminicida?

Maurizio Crippa

La caccia grossa in stile #Balancetonporc al debordante attore francese è ormai senza quartiere. Ma dove non riescono ad arrivare i processi, è proprio normale che la ghigiottina la maneggino i media? Una attrice con cui lavorà nel 1982 si è suicidata: dai titoli sembrava che l'assassino fosse lui

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Ai tempi eroici #Balancetonporc era la versione francese, quindi deliziosa e velenosa, dell’anglosassone #MeToo e il “porc”  d’eccellenza allora non era ancora lui. Anche se già allora non c’era porc migliore, per stazza e vita e sfacciataggine, di lui, il vero porc francese, Gerard Depardieu. E ora che sputtanamento dopo denuncia, e processo dopo sputtanamento, “da mostro sacro del cinema è diventato mostro e basta”, il porc è braccato più del cingialone d’antan. E fortuna per il suo amico Serge Gainsbourg di essere morto prima, perché ora che gli vogliono decimare una via è finito in un processo mediatico alle intenzioni (postume). Comunque Depardieu. Visto che denunce e processi non bastavano (non bastano sempre, qualcuno oserà dirlo?) prima si era messa Mediapart e ora la trasmissione “Complèment d’Enquete”, una “Report” d’Oltralpe, con una puntata sobria: “La caduta dell’orco”. E tutto è bene quel che finisce male, per lui. Ma la domanda è questa: è un mondo normale quello in cui non riuscendo a ghigliottinare il porc in tribunale, lo si affida al linciaggio dei media? Ieri c’era la notizia che l’attrice Emmanuelle Debever si è suicidata nella Senna. Aveva lavorato con Depardieu in Danton, 41 anni fa. Ma a leggere i titoli sembrava che l’avesse strangolata il porc.

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