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contro mastro ciliegia

Fessi in condotta

Maurizio Crippa

La riforma del voto in condotta va nella direzione indicata da Mattarella per "incoraggiare il lavoro degli insegnanti". Ma per la solita eterna litania di sigle astruse e mal assortite nemmeno questo va bene: "Progetto di scuola autoritaria", tuonano

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Non c’è niente da fare, metti insieme la solita eterna litania di sigle astruse e mal assortite – Flc-Cgil, Unione degli studenti, Rete degli studenti medi e Coordinamento genitori democratici – e il risultato è sempre quello, un mix grottesco e disperante. Persino quando parla Mattarella, niente, a loro non va bene manco Mattarella. Inizia l’anno scolastico, il Presidente Saggio va nella Forlì ancora ferita e dice: “Dobbiamo incoraggiare il lavoro di tanti insegnanti, entusiasti e volenterosi, aiutare la loro strada… restituendo pienamente alla loro funzione il prestigio che le compete nella società e che talvolta è messo in discussione da genitori che non si rendono conto di recar danno ai propri figli”. Lo stesso giorno, il governo vara un piccolo e saggio provvedimento che va in quella stessa strada: la riforma del voto in condotta: alle superiori il 6 produrrà un “debito” (in educazione civica), e il 5 varrà la bocciatura. Il minimo sindacale per poter fare scuola. Ma ecco che arrivano loro, Mattarella o non Mattarella: “Si punta a un progetto di scuola autoritaria in cui lo strumento di contrasto principale diventa il voto in condotta”. Se riuscite a capire cosa significa, vi meritate un 10 in condotta, ma anche in tutte le materie.

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