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contro mastro ciliegia

Viva Harry contro le intercettazioni

Maurizio Crippa

Bravo il Duca di Sussex, che ha trascinato in tribunale i tabloid che pubblicavano articoli rubando le sue conversazioni e chat. E se questo accade nel regno della democrazia liberale, pensate come siamo messi noi, in cui non sono solo i giornali a utilizzare ciò che non dovrebbero. Il caso Renzi, ad esempio

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Dite quel che volete, ma il principe Harry, il Sussex, continua a essermi simpatico. Forse è un po’ fuori di zucca o male consigliato, però ha un coraggio da leoncino per difendere qualche principio di verità e libertà che farebbe bene anche a noi ricordare. Ieri il principe reprobo si è presentato in tribunale a Londra per testimoniare (primo della Royal family a farlo da oltre un secolo) contro il gruppo editoriale che pubblica tabloid come il Daily Mirror e il Sunday Mirror. E’ lui ad accusarli di aver pubblicato  tra il 1996 e il 2009 decine di articoli che contenevano informazioni illecitamente ottenute: intercettazioni e intrusioni nelle chat. Articoli che hanno avuto un effetto “distruttivo” su di lui. E se in un paese di antica libertà un membro della casa reale è costretto a chiedere giustizia in tribunale contro l’informazione fatta rubando intercettazioni, non resta che pensare a quanto siamo messi male in Italia, dove queste indecenze avvengono non solo sui giornali. Ieri Matteo Renzi (vabbè, l’ex Royal baby) e Cosimo Maria Ferri hanno avuto finalmente ragione, dalla Consulta, contro i magistrati che hanno utilizzato illegalmente contro di loro intercettazioni vietate e precluse. (Ah, poi ci sono le chat del “mostro di Senago”, in cui sguazza da giorni tutta la stampa. Ma quella è pura merda).

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