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Contro mastro ciliegia

Il vile scandalo contro Fioravanti

Maurizio Crippa

L'ex terrorista dei Nar ha scontato la sua pena, è un uomo libero e scrive da anni sul Riformista attraverso l'associazione Nessuno tocchi Caino. La canea forcaiolista perché ora ha firmato un articolo per l'Unità è uno squallido pretesto ideologico e un insulto allo Stato di diritto

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Quelli che “il carcere deve essere rieducativo” perché l’hanno sentito dire da qualche parte; quelli che bisogna togliere il 41-bis a Cospito, perché sennò siete fascisti. Gli stessi che, quando a scrivere su un giornale è un ex detenuto per terrorismo che ha scontato la sua pena, tirano invece fuori tutto il loro forcaiolismo attivo. Perché l’ex resta nemico, se non è della tua sponda, e il giornale che non è loro va però agitato come una bandiera. Valerio Fioravanti, ex Nar condannato per la strage di Bologna, dal 2009 è libero e la sua pena è definitivamente estinta. Si chiama Stato di diritto. Ha scritto per anni sul Riformista, attraverso Nessuno tocchi Caino. Ora è scoppiata una squallida bufera per il fatto che Fioravanti ha scritto un articolo sulla nuova Unità di Sansonetti. Prima, non si erano accorti. Paolo Bolognesi dell’associazione vittime di Bologna si è avventurato: “Innanzitutto è una vergogna che scriva su un giornale”. Perché, chi lo vieta? E ancora: “E’ una vergogna che scriva su un giornale che si chiama l’Unità”. Perché? Un giornale che il suo partito ha lasciato morire almeno un paio di volte, ora è ridiventato di proprietà? Dice Sergio D’Elia, “il ritorno alla vita non violenta è una vittoria della comunità, dello stato”. Ma per costoro, vale solo il fine pena mai.

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