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Contro mastro ciliegia

Francesco Lollobrigida, dall’etnico all’etico

Maurizio Crippa

Per il ministro dell'Agricoltura, "esiste un raggruppamento linguistico culturale, una etnia italiana" da tutelare. Non contento del dibattito di qualche settimana fa, ha ben pensato di inserirsi pure in quello della denatalità

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Se dovessi dire la mia liberamente, azzarderei che mi sembra più insensata la convocazione degli “Stati generali della natalità” (che poi non sappiamo dove metterli e finiscono tutti a frignare sotto una tenda) che nemmeno il demenziale dibattito sulla “sostituzione etnica”. C’è però questo bizzarro ministro di Munchausen, capace di risollevarsi da solo dai suoi sprofondi tirandosi per la chioma, insomma il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida, che non contento dell’astrusità del tema natalista ha pensato bene di shakerarlo (si scusi l’anglismo) con quello sostitutivo a lui caro.

“Credo sia evidente a tutti che non esiste una razza italiana per cui è un falso problema (apperò! ndr), esiste però una cultura, una etnia italiana che in questo convegno immagino si tenda a tutelare, sennò non avrebbe senso”. Esiste “quello che la Treccani definisce raggruppamento linguistico culturale”. Ora, appellarsi alle enciclopedie non è mai una gran trovata, nemmeno per il ministro di Munchausen, si finisce per appellarsi pure alla Crusca. Ma se bisogna essere affezionati “al nostro ceppo linguistico, al nostro modo di vivere”, dalla sostituzione etnica siamo passati alla sostituzione etica.

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