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Contro mastro ciliegia

La labile balla del lavabile

Maurizio Crippa

"Invece che delle vernici lavabili occupatevi del Po in secca", dicono i cervelloni di sinistra. Ma la "vernice lavabile" gettata dai vandali imbrattatori sul monumeno di piazza Duomo a Milano non è lavabile: lo dice la sovrintendenza. Oltre al danno, c'è pure l'acqua sprecata

C’è questa imbrattatrice demente, Chloe Bertini, che va su La7 (dove altro?) e dice: “La protesta deve essere insopportabile”. Viene persino il dubbio che abbia azzeccato una cosa giusta, perché di fronte ai vandalismi di Ultima generazione l’unica cosa che viene voglia di rispondere è: mo’ ve lo buco, il futuro. Ma c’è di peggio, in quanto a baggianate. Ad esempio un giornale che si chiama “Left - Un pensiero nuovo a sinistra” (ieri scriveva: “Occupatevi del Po, non della vernice lavabile dei monumenti”. Peccato che proprio ieri arriva la sovrintendente per Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Milano, Emanuela Carpani, cui il Mic aveva chiesto informazioni sul monumento deturpato a piazza Duomo. Risposta: “La relazione ricevuta evidenzia che l’acqua utilizzata in grande quantità con le idropulitrici si è rivelata un mezzo non idoneo o comunque non sufficiente per eliminare la vernice”. Insomma la famosa vernice lavabile non è lavabile. E intanto si è sprecata acqua preziosa. E passi per l’ignoranza degli imbrattatori. Il peggio è che “tanto è lavabile” è diventato il ritornello dei pistola prog per difendere i vandali. Il concetto di lavabile è labile, o meglio lavabile: si fanno danni e ci si lava la coscienza, come torna comodo. Intanto svuotiamo il Po, eh furboni?

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"