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Contro mastro ciliegia

Meglio Piantedosi degli hooligans d'opposizione

Maurizio Crippa

Devastazioni di tifosi europei ne sono avvenute con tutti i governi e capi del Viminale. È comodo e furbo gridare "dàgli a Piantedosi". Peccato che lui l'allarme l'avesse dato (e il sindaco raccolto). Il disastro arriva dalla Uefa. E se Napoli è fuori controllo, la colpa non è certo (solo) del presente governo

Quando gli hooligans olandesi sfregiarono la Barcaccia nel 2015 al governo c’era Renzi e il sindaco era Marino; gli scontri per Lazio-Eintracht nel 2018 avvennero col governo illuminato di Conte; per quelli di Roma-Vitesse del 2022 c’era nientemeno che Draghi. E il rosario potrebbe proseguire. Non è il colore del governo e nemmeno il nome di chi sta all’Interno a garantire l’ordine pubblico, quando la belva tifoidale si scatena. Questo giusto per dire, poi si verificherà il dettaglio, che l’indignazione che da ieri si solleva dai social e dalla politica – per non parlare di molti giornalisti persino sportivi (absit iniuria verbis) – contro il ministro Piantedosi è molto furba e un po’ ridicola. Anche perché va riconosciuto al pasticcione in chief del Viminale che lui la calata dei teppisti francofortesi che hanno devastato Napoli l’aveva paventata, e dato l’allarme. E contro il divieto del Tar sono stati i cervelloni dell’Uefa a insistere perché i tifosi arrivassero Del resto se a Napoli l’ordine è difficile mantenere – anche il sindaco Manfredi aveva spiegato che c’erano motivi di giustificato allarme – il problema non è il governo in carica, e non si risolve con consueto e comodo “dàgli a Piantedosi”.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"