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Contro mastro ciliegia

Cospito, i domiciliari e Salomone

Maurizio Crippa

Il Comitato di Bioetica ha deciso che Alfredo Cospito ha diritto a non essere alimentato, però anche no. Salomone non avrebbe fatto di meglio

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Ci hanno pensato un mese, quindi ci si augura bene, prima di rispondere al quesito del ministro di Giustizia. Poi il Comitato di Bioetica ha stabilito che nessuno può sottoporre Alfredo Cospito, finché sarà in possesso delle sue facoltà, a “trattamenti sanitari” come idratazione e alimentazione forzata, che liberamente rifiuta: perché le sue Disposizioni anticipate di trattamento valgono anche per lo sciopero della fame al 41-bis.

 

Però il Comitato ha anche stabilito, in un giudizio salomonico invero piuttosto intorcinato, bisogna rileggere due volte per capire la ratio, che di fronte a un aggravamento i medici sono invece tenuti a intervenire, perché le Dat “sono incongrue, e dunque inapplicabili, ove siano subordinate all’ottenimento di beni o alla realizzazione di comportamenti altrui”, cioè a ottenere la revoca del 41-bis. Qualcuno dirà che è contraddittorio, qualcuno no. Ma ora Cospito ha depositato al tribunale di Sorveglianza di Milano una richiesta di differimento pena, per motivi di salute, chiedendo i domiciliari. E stavolta non ci sarebbe nessuna contraddizione, né logica né politica né umanitaria, ad accogliere una simile richiesta. La giustizia perfetta la si lasci a Salomone.

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