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Contro mastro ciliegia

E tutti gli altri Dahl?

Maurizio Crippa

Peggio della censura del linguaggio c’è solo l’aggiornamento. Dov'erano tutti i paladini della libertà quando quasi ammazzavano, letteralmente, J. K. Rowling?

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Grande indignazione e contrarietà ha provocato, e non saremo certo noi a dolercene, l’ideona di un editore inglese di risciacquare, non in Arno ma nel Fiume della stupidità, i romanzi per ragazzi di Roald Dahl, laddove compaiono parole che potrebbero essere lesive per i ciccioni, tipo “grasso”. Ognuno pensi come vuole, qui si dirà solo che peggio della censura del linguaggio c’è solo l’aggiornamento. Ma c’è altro. Per Dahl si sono finalmente svegliati in molti, certo non tutti, dai giornali anglosassoni agli eccelsi corsivisti del Corriere e Repubblica. Bene. Ma la domanda è: dove erano, i nuovi paladini della libertà, quando quasi ammazzavano, letteralmente, J. K. Rowling? Quando vietavano Omero o Shakespeare nelle scuole, quando in Belgio affettavano come un sushi la Divina commedia e l’intellettuale collettivo aveva sempre una giustificazione pronta nel taschino?

 

Ora, poiché il GGG, il Grande Gigante Gentile, in fondo è un buon autore progressista, “one of us”, si sono vegliati. Il bravo Pigi Battista ne è contento: finalmente, dice. Finalmente, sì. Ma davvero hanno compreso cosa ci sia in gioco, a parte il giocoso Dahl? Non lo so, ma non credo.

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