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contro mastro ciliegia

Elly e Stefano, recensione al buio

Maurizio Crippa

L'inutlile confronto su Sky tra i due candidati alla sinistra del Pd al ritmo delle tribune politiche di Jacobelli. Con il pubblico già schierato e senza imtenzione di spostarsi. Tanto poi ai televoto dei gazebo rischia di vincer Ultimo, il candidato di Bettini

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A meno di un improbabile capitombolo di Bonaccini, tipo presentarsi con un vestito marròn come fece Occhetto quella famosa volta – ma ormai persino  i travet di partito si sono evoluti, e i risvoltini dei pantaloni scandalizzano solo gli ultimi trinariciuti – il confronto in onda ieri sera tra i candidati alla segreteria del Pd, il funzionario senior Bonaccini appunto e la sinistrissima international Elly Schlein, di cui qui anticipiamo una recensione senza averlo visto (orari di chiusura, ma anche purissima noia come quella che ci impedì di guardare Sanremo), è stato la prevista e inconcludente tribunuzza politica. Innanzitutto per il format scelto, un “duello” su Sky Tg24 utile a scontentare i fautori della tv di stato, che però si sono potuti consolare perché il ritmo ha fatto rimpiangere Jader Jacobelli.

Poi i temi: la lotta climatica come forma della lotta alle disuguaglianze, o viceversa non s’è ben capito, i diritti confusi coi rovesci. Da una parte. Dall’altra il lavoro e il salario minimo, non s’è ben capito se con o senza reddito e con o senza superbonus. E il pubblico già diviso e senza la minima idea di cambiare idea. Tutto inutile, come la penultima puntata del Festival. Perché poi deciderà il televoto dei gazebo. E al televoto, ormai si a, avrebbe vinto Ultimo: quello che piaceva a Bettini.

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