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Contro mastro ciliegia

Vi fareste operare da un chirurgo "no merito"?

Maurizio Crippa

All'università di Padova, l'ennesimo sciapo compitino di studentessa contro la meritocrazia tossica. Il piagnisteo consolatorio sul "bisogno umano di procedere con i propri tempi" è una falsità. Siete all'università, ragazzi

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Il celebre claim che inchiodò Nixon, “comprereste un’auto usata…”, la sinistra parolaia se l’è proprio dimenticato. Ma almeno in America, quando hanno finito di parlare, pensano a Nixon: e assumono i meritevoli. Punto. Da noi, invece, tutti a elogiare l’ennesimo sciapo compitino di studentessa per l’inaugurazione dell’anno accademico. A Padova. Tema: il merito uccide e noi soffriamo tanto. “Siamo stanchi di piangere i nostri coetanei”. D’accordo, anche noi. “Sentiamo il peso di aspettative asfissianti che non tengono in considerazione il bisogno umano di procedere con i propri tempi, nei propri modi”. A dire il vero, il bisogno dell’università, e di chi dovrà attingere ai laureati, è di rispettare i tempi e passare gli esami nel modo migliore. “Ci viene insegnato che fermarsi significa deludere le aspettative”. No, significa solo che ti laurei tardi o male, fatti tuoi. Protestare per le borse di studio, gli alloggi, i dottorati ecc. è solo bene. Ma “ricordiamoci che non è una sessione o la nostra media a definire chi siamo” è una falsità consolatoria. A un’azienda che deve scegliere chi assumere invece interessa. E in sala operatoria preferiremmo sapere che il chirurgo è il migliore, e non se sia rimasto umanamente soddisfatto dai suoi studi soft. Vi fareste operare da un medico scelto per demerito?

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