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contro mastro ciliegia

La gran classe di Vialli

Maurizio Crippa

Il grande campione se l'era forse immaginato diverso, questo giorno di semifinali Mondiali. Invece è giunto il giorno di fermarsi, di pensare alla malattia. L'ha detto con la grande eleganza e semplicità di sempre. Il calcio può essere un gioco da gentleman, interpretato da un gentleman

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Il giorno che aveva in mente, questo giorno che ora è arrivato, era di certo molto diverso da come per lui è stato. Di certo l’aveva sognato, il giorno di un’altra semifinale mondiale, e chissà poi che domenica sarebbe stata, da vivere accanto al suo amico grande, Roberto il Mancio. Abbracciarsi e piangere ancora, felici, come a Wembley due anni fa. Quell’illusione non c’era già più, e invece è venuto il giorno per dire altro: “Al termine di una lunga e difficoltosa ‘trattativa’ con il mio meraviglioso team di oncologi ho deciso di sospendere, spero in modo temporaneo, i miei impegni professionali presenti e futuri”. Con la forza, la limpidezza che lo contraddistinguono lo ha scritto alla Federazione, dove è capo delegazione della Nazionale. “Sono curioso di come andrà a finire”, aveva detto quando tornando allo sport, dopo la malattia e l’operazione. Ora dice: “L’obiettivo è di utilizzare tutte le energie psico-fisiche per aiutare il mio corpo a superare questa fase della malattia. Un abbraccio”. Gianluca Vialli ha passato buona parte della sua carriera e della sua vita a Londra, dove vive. Ha l’ironia di un vero dandy, e porta con sé un’eleganza che smentisce i luoghi comuni: il calcio può essere un gioco da gentleman, interpretato con la leggerezza di un gentleman. 

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