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contro mastro ciliegia

Zinga, scuola di demerito

Maurizio Crippa

"Abbiamo votato contro l’aggiunta ‘merito’ alla definizione del ministero", ha detto l'ex segretario Pd, perché la vera discriminazione oggi è di altro tipo. Giusto, ma la triste verità è che negli untimi 40 anni 25 ministri dell'istruzione sono stati di sinistra: i veri artefici del demerito

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"Oggi in commissione Cultura alla Camera abbiamo votato contro l’aggiunta ‘merito’ alla definizione del ministero. Non è una semplice questione nominale”, ha scritto su ogni social disponibile l’ex segretario del Pd Nicola Zingaretti. Con un post motivazionale verde bene in evidenza: “Visto il livello di abbandono scolastico, se proprio bisognava cambiare qualcosa, dopo ‘ministero dell’Istruzione’, bisognava aggiungere ‘e del diritto allo studio e alla conoscenza’”. Poi su Fb, dove si possono sprecare più parole, ha argomentato la solita tiritera di una sinistra che sulla scuola non ha più idee dai tempi della media unificata: non siamo contro il “merito”, voluto in Costituzione da da Togliatti, ma contro la discriminazione oggi di chi “pur meritando ‘non ha’ condizioni economiche per continuare gli studi e veder riconosciuti i propri diritti”.

 

Bene. E giusto, almeno in parte. Purtroppo, il neo deputato Pd dimentica di dire la triste verità. E cioè che negli ultimi 40 anni, su 25 ministri che si sono succeduti in viale Trastevere, ben 20 hanno fatto parte dell’area politica e/o culturale dell’attuale Pd. Se il livello di abbandono scolastico è tale, se il diritto allo studio è calpestato, forse i primi e i maggiori responsabili del disastro sono loro. Gli artefici del demerito. 

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