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contro mastro ciliegia

Valditara è come Mao

Maurizio Crippa

Le oscenità pedagogiche un ministro le deve evitare, dimostra che nulla sa di scuola. Ma c'è uno specchio in cui si infrange la retorica indignata. Quelli che hanno urlato contro il ministro all'Istruzione e Merito, sono tutti, o quasi, i reduci e i nipotini, nelle scuole e nelle università, della Rivoluzione culturale di Mao e di altre "rieducazioni" che ricordiamo bene

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Valditara Giuseppe, classe di naja 1961, il nonnismo non l’ha conosciuto oppure ha subìto troppe umiliazioni. E finché sono lavori socialmente utili, che male c’è. Ma quando dice “evviva l’umiliazione che è un fattore fondamentale nella crescita e nella costruzione della personalità”, no. Ora si scusa, ma non sa cosa sia la scuola e di certo l’Imperial Regio Liceo non l’ha fatto, o sarebbe finito in un bozzetto minore di Zweig. Le oscenità pedagogiche un ministro le deve evitare, ma l’ha detta quattro giorni fa e non s’era accorto nessuno, finché si sveglia qualcuno in cerca di spunti, come Carfagna quando compulsa il Levitico. E questo è l’altro aspetto altrettanto osceno della storia: l’umiliazione come “rieducazione” non è solo robaccia fascista, è bolscevismo puro; e soprattutto è Rivoluzione culturale maoista. Ieri tutti quelli che  sbraitavano erano esponenti e reduci della schiera di maoisti e rieducatori trotzkisti di casa nostra.

Sappiamo come è andata, ma non sono cambiati. E i loro nipotini, gli studenti dell’Uds, loro si è umiliante sentire come come parlano: “Un’idea di scuola fatta di classismo, merito, umiliazione”. Classismo perché? Non si può umiliare un ricco? Intanto nel mondo si suicida un ragazz* ogni 11 minuti. Ma se ne fregano, i ministri e i maoisti.

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