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contro mastro ciliegia

Soumahoro: il tu, il lei e la cipria da lasciare al Pd

Maurizio Crippa

Il sindacalista ha la stoffa del politico di primo piano. Ed è più bravo quando cita Di Vittorio di quando dice cose che non riguardano la storia italiana

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Ci è già capitato di notare, en passant, che il neo deputato eletto con Alleanza Verdi e Sinistra, Aboubakar Soumahoro, ha la stoffa del politico di primo piano, e un’oratoria da leader di piazza (è sindacalista) molto rara tra i politici professorali, e professionali, della sinistra. Tant’è che qualcuno ha iniziato a farne girare il nome come possibile segretario esterno del Pd. Una scorpacciata di popcorn congressuali. Ma, se ci permette Soumahoro, protagonista di uno scontro verbale allorché  Giorgia Meloni gli si era rivolta con il “tu”, dovrebbe tenersi lontano dalle banali scaramucce nominali e dirittiste, roba da Serracchiani.

Gli diamo l’attenuante di essere stato trascinato dalle malìe di Fazio, e forse stordito dalla cipria che aleggia nello studio. Ma quando ha detto “tanti anni fa nelle colonie i colonizzatori chiamavano i colonizzati utilizzando il tu, semplicemente perché il lei era riservato solo ai bianchi”, ha detto una cosa che non riguarda la storia italiana, priva di schiavi e piantagioni, e nemmeno gli schiavisti inglesi, privi di terza  persona reverenziale. Forse gli ispanici, con quel “lei spagnolesco” che tanto irritava, però, il Duce. “La presidente può darmi anche del dottore, sono laureato”, ha aggiunto. Dia retta, onorevole, è più bravo quando cita Di Vittorio. La cipria la lasci al Pd.

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