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contro mastro ciliegia

Soumahoro: il tu, il lei e la cipria da lasciare al Pd

Maurizio Crippa

Il sindacalista ha la stoffa del politico di primo piano. Ed è più bravo quando cita Di Vittorio di quando dice cose che non riguardano la storia italiana

Ci è già capitato di notare, en passant, che il neo deputato eletto con Alleanza Verdi e Sinistra, Aboubakar Soumahoro, ha la stoffa del politico di primo piano, e un’oratoria da leader di piazza (è sindacalista) molto rara tra i politici professorali, e professionali, della sinistra. Tant’è che qualcuno ha iniziato a farne girare il nome come possibile segretario esterno del Pd. Una scorpacciata di popcorn congressuali. Ma, se ci permette Soumahoro, protagonista di uno scontro verbale allorché  Giorgia Meloni gli si era rivolta con il “tu”, dovrebbe tenersi lontano dalle banali scaramucce nominali e dirittiste, roba da Serracchiani.

Gli diamo l’attenuante di essere stato trascinato dalle malìe di Fazio, e forse stordito dalla cipria che aleggia nello studio. Ma quando ha detto “tanti anni fa nelle colonie i colonizzatori chiamavano i colonizzati utilizzando il tu, semplicemente perché il lei era riservato solo ai bianchi”, ha detto una cosa che non riguarda la storia italiana, priva di schiavi e piantagioni, e nemmeno gli schiavisti inglesi, privi di terza  persona reverenziale. Forse gli ispanici, con quel “lei spagnolesco” che tanto irritava, però, il Duce. “La presidente può darmi anche del dottore, sono laureato”, ha aggiunto. Dia retta, onorevole, è più bravo quando cita Di Vittorio. La cipria la lasci al Pd.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"