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contro mastro ciliegia

Francis Coppola, il matriarca

Maurizio Crippa

Ameremo sempre il grande regista che ci ha donato alcuni dei film patriarcali più belli della storia del cinema, e anche con una quota di machismo cimiteriale. Dunque lo perdoneremo adesso che a Taormina si è esibito in una serie di banalità

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Saremo sempre grati a Francis Ford Coppola per averci donato Il Padrino e Rusty il selvaggio, gioiello tombale e su un’età che declinava la pursuit of happiness rigidamente al maschile, nel mito di “Quello con la moto”. Non ritireremo l’ammirazione ora, solo perché premiato a Taormina e adeguatamente intervistato dalla Stampa, si è lanciato in una discettazione sulla superiorità del matriarcato, “dove eravamo tutti in una condizione di parità” (quando e perché non importa sapere). La Stampa ci ha ovviamente fatto titolo, vuoi mettere?

 

Dopo Oliver Stone che denuncia che ormai per un uomo e una donna è “meglio essere sempre in tre”, una tirata matriarcale dal regista della saga più patriarcale della storia, ci sta. “Sono convinto che le donne siano fondamentali, che siano state loro a favorire il progredire dell’umanità, loro che donano la vita e quindi sono loro ad aver capito tutto prima”. Che se lo sentono le post femministe a parlare di “donare la vita”, lo appendono.

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Ma il grande regista è un creatore di immagini: “Basta pensare alla differenza con cui uomini e donne fanno la pipì. Loro, accovacciate per terra, hanno avuto modo di studiarne la composizione, di scoprire la metallurgia. Gli uomini stanno in piedi, impegnati a guardare la propria ombra”. Oscar.

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