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contro mastro ciliegia

Il quorum coi "Pacchi" di RaiUno

Maurizio Crippa

Giustificare il fallimento dei referendum sostenendo che "se c'erano i quesiti su eutanasia e cannabis il quorum c'era", ha un che di facilone e populisteggiante: significa ammettere che per fare esprimere gli italiani ci vuole sempre il traino di qualcosa d'altro. Come per far digerire l'informazione in tivù. Non una grande idea

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Non è andata bene, no, lo si era detto in anticipo pure qui. Del resto scegliere come elemento di traino quello là, che va invece sprofondato trascinandosi dietro i referendari legati come una cima all’àncora che punta all’abisso, non è stata una gran trovata. Già detto pure questo. Però, vivvaddio, motivi per cui il quorum è diventato una chimera, un miraggio in mezzo al mare, ce n’è tanti. Ed è bizzarro, e criticabile, quello che recita a schianto quasi unificato: “Ah, se c’erano i due referendum su eutanasia e cannabis, il quorum lo si raggiungeva in carrozza”. Che magari anche. Però quei due quesiti non sono stati accettati dalla Consulta per vari motivi, tra i quali escluderei la ratio di far fallire gli altri. Al contrario: i referendum sulla giustizia erano importanti da soli; e non è che siccome il quorum non lo raggiungono manco i sindaci, allora ci vuole sempre un referendum civetta che faccia da traino. Come i “Pacchi” di Rai 1 con il tigì. Significa ammettere, anzi teorizzare, che per far esprimere gli italiani su un argomento non di largo consumo serva per forza il traino di un quesito un tantino pop, che è parente di un tantino populista. Scommetterei che un referendum per abolire i pedaggi autostradali tirerebbe un botto. Non una grandissima scorciatoia, però, se posso dirlo ai Radicali.

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