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Ode preventiva a Mourinho

Maurizio Crippa

Sia messo nero su bianco prima che inizi la finale di Tirana. Mou, il Filosofo o il Demiurgo, ha già vinto la trasferta più difficile della sua vita. È giunto a Roma, l'ha fatta innamorare e le ha fatto ritrovare la bellezza e l'orgoglio di vincere. Il resto è storia

Si scriveva ieri di un’antica passionaccia per José Mourinho, il Filosofo. O il Demiurgo, fate voi. Siccome non siamo gente da aspettare il fischio finale per sapere chi è stato il migliore, sia messo nero su bianco, prima del fischio iniziale a Tirana, l’elogio a Mourinho per come ha vinto la trasferta più difficile della sua vita: cioè planare su Roma, prenderla in braccio e in un abbraccio, farla innamorare persino quando ha perso e ha perso male. E farle ritrovare la voglia di vincere, sepolta da tempo come manco sotto i Mercati di Traiano.

 

“Mourinho a Roma ha trasformato la vittoria da una possibilità a una necessità”, ha detto Walter Sabatini, e ho detto tutto. Disse prima di quella famosa finale: “Per noi vincere è un sogno, per loro è un’ossessione”. Vinse. Non si sa come andrà col Feyenoord, nerboruti portuali di Rotterdam. Ma ha detto di questa finale, oginvero un po’ meno di prestigio, che “è già storia, perché siamo arrivati fin qui. Ora finiamo di scrivere la storia”. Solo Mou, il Filosofo, sa dire queste cose, e dirle credendoci anche se forse sa che sono assurde; ma soprattutto è (già) stato capace di far credere a tutta una città, al popolo giallorosso, che sono la verità. Ecco, comunque sia andata, lui è il Demiurgo Empatico che ha rifatto bella Roma, più di pria.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"