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contro mastro ciliegia

Craxi, Fontana e il Fatto. Canagliesca nostalgia

Maurizio Crippa

Sul giornale di Travaglio preferiscono ricordarsi del governatore della Lombardia quando sembrava colpevole e della nuova presidente della commissione Esteri quando dava giudizi su Putin. Ah, quando il passato ti dava ragione! 

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Che la nostalgia sia canaglia davvero, non ci ha mai creduto nessuno, come all’altezza dei papaveri. Ma che ci sia un modo canagliesco di usare il passato, fingendo di fare la cronaca e invece essendo rosi da quel tic, da quel come eravamo che poi è spesso un “cazzo c’eravamo quasi”, quello sì. E fa un brutto effetto, sulla pagina del giornale, tipo le foto del vaiolo delle scimmie. Ieri, su un certo giornale, c’era il vecchio Barbacetto, ragazzo interrotto a Tangentopoli, che è riuscito a scrivere: “Dietro l’assoluzione di Fontana restano i segreti dei Caraibi”. Perché a che serve un giudice, se non dà retta a te? Fontana sarà anche assolto, ma quant’è bello cullarsi nel passato, quando le accuse sembravano prove? Ma in prima pagina, la nostalgia canaglia raggiunge l’apice con Travaglio, che arriva a definire Stefania Craxi “figlia d’arte”, non per complimento, e poi fa l’elenco (ah, il passato) di frasi fuori contesto dette da lei su Putin, molti anni fa. Per frasi simili, tuona Travaglio Spinelli, Orsini, Di Cesare, Canfora sono finiti nelle “liste di proscrizione”. Gran ragionamento: peccato che quei giudizi Stefania Craxi non li  dia più, da un pezzo, mentre i suoi eroi ili sputavano ogni giorno. Oggi. Nostalgia canaglia. 

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