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contro mastro ciliegia

Viva Liliana Segre e Chiara Ferragni al Binario 21

Maurizio Crippa

Invitare un'influencer da milioni di follower può aiutare a far conoscere il Memoriale della Shoah, attirando soprattutto i giovani. Sarebbe meglio tenere la storia chiusa nei tombini?

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Quando Eike Schmidt per tirar fuori di pandemia gli Uffizi invitò Chiara Ferragni a farsi due selfie, i soliti indignados, maggioranza funesta nel paese, gridarono come se avessero stuprato la Venere di Botticelli. Un anno dopo, gli Uffizi confermarono che “per i visitatori sotto i 25 anni si è registrata una crescita stabile, in particolare per la fascia 19-25”, grazie proprio al traino della influencer da 20 milioni di follower.

 

Ora la senatrice a vita Liliana Segre, così tanto più giovane dei malmostosi custodi di sacre memorie da tenere rigorosamente chiuse nei tombini, ha buttato lì una bella idea: “Ho visto che Chiara Ferragni con suo marito si impegna sul sociale, mi piacerebbe conoscerla”. E l’ha invitata al Memoriale della Shoah di Milano, il Binario 21, che purtroppo non è noto e frequentato come sarebbe doveroso: “Il suo esempio potrebbe portare qui tanti ragazzi”.

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Felici dell’invito i Ferragez, e a dimostrare che l’idea è giusta basterebbero certi commenti sui social: “La signora mi fa pena”, detto da un account No vax e filo Putin. Ma anche i sinistri duri e puri: “Non credo che andrà, non è una cosa sexy da postare su Instagram”. Viva Chiara Ferragni, viva Liliana Segre e la libertà di osare.

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