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La pazienza di Umberto Bossì

Maurizio Crippa

Che bella lezione di pazienza e politica quando il Senatur, in carrozzina e cravatta verde, e sceso a Roma per votare. Per il presidente di una Repubblica da cui voleva secedere. Ma che rispetta più di tanti altri. E di Berlusconi, ha detto con un lampo: "E' coraggioso, ma non ha pazienza"

Se i cronachisti umorali della Repubblica, quelli che compilano schede biografiche come fossero sentenze, avessero avuto (avessero sempre, come norma assoluta) un po’ di pazienza, cioè intelligenza, non avrebbero dovuto ieri ricredersi, o fare finta di niente. Ieri, quando il vecchio Senatùr Umberto Bossi, malandato ma col sigaro tra i denti, che da quasi tre anni non si muoveva da Gemonio, s’è fatto spingere in carrozzina fino a Montecitorio, la cravatta verde, la pochette verde. Per votare il presidente della Repubblica. Lui che dalla Repubblica voleva secedere, lui che aveva 300 mila insorti su nelle valli contro Roma ladrona. Invece ieri Bossi era lì, facendo uno sforzo sanitario senz’altro più ingente di quello non fatto dalla no vax come si chiama, e uno sforzo politico maggiore di tante burbette alla prima chiama, per quella Repubblica contro cui ha sempre alzato il vocione. A chi gli chiedeva pronostico, ha detto furbo che “Draghi è un nome che può uscire alla fine”. E a chi gli chiedeva del suo amico-nemico-amico, ha disegnato col sigaro un lampo d’intelligenza: “Berlusconi ha una grande dote, è un uomo coraggioso, ma la dote che gli manca è la pazienza”. Politico di razza.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"