PUBBLICITÁ

contro mastro ciliegia

Camilleri e il regista populista

Maurizio Crippa

L'assurdo taglio del finale del film "La stagione della caccia" su Rai 1 è un grave errore tecnico. Ma il regista che "immagina, eh", che sia accaduto perché sennò Porta a porta finiva troppo tardi (Vespa basito), dice una scemenza degna di un grillino della prima ora

PUBBLICITÁ

Verrà giorno, forse, in cui ci libereremo di Mamma Rai e dei suoi canali disfunzionali e “guarderemo tutti Netlix”, come dicono gli intellò che affollano l’internet, più noiosi dei talk di Saxa Rubra. Netflix o meno, è più facile che il fabbricone statale fallisca da solo, o con l’aiutino del partiti. Poco male, del resto, per una tv il cui canale maggiore l’altra sera ha segato dieci minuti di un film tratto da Camilleri, e tanti saluti al finale del giallo. Però ieri il direttore di Rai 1 Stefano Colletta si è cosparso il capo di cenere, e ha spiegato che si è trattato “uno spiacevole errore materiale nella trascrizione delle durate dei blocchi di trasmissione”. Che è la cosa che ogni persona ragionevole avrebbe pensato, anche senza essere Aldo Grasso. Però invece c’è Roan Johnson, il regista di La stagione della caccia amputata, che via social ha sbarellato: “Come si fa a commentare il fatto che in prima serata su Rai 1 un film venga tagliato a 15 minuti dalla fine perché – immagino eh – ‘Porta a Porta’ sennò va troppo in là?”. Lui immagina, eh. Immaginiamo allora anche noi, eh: che una scemenza come quella del Kubrick di Vigata non l’avrebbe detta manco un grillino. Neanche prima della conversione macroniana.

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ