contro mastro ciliegia

La Spigolatrice di Sapri era 'na zoccola

Maurizio Crippa

Nella polemica sulla statua ispirata alla celebre poesia manca il senso del ridicolo. Ma la protagonista dei più brutti versi del Risorgimento era già rappresentata così: una specie di pin-up da Poveri ma belli. Lo scultore ha rappresentato la Bersagliera di Pane amore e fantasia. Che c'entra il sessismo?

Capite anche voi che se fosse per il senso del ridicolo di politici e giornalisti italiani (stavolta preponderanza femminile, ma niente schwa), per l’addio di Angela Merkel staremmo ancora alla “c… inc…” di berlusconiana memoria. E non per colpa del Cav. Meritava una statua siffatta, la Spigolatrice di Sapri? Posto che non meritava nessuna statua, in quanto protagonista involontaria di una delle poesie più brutte della letteratura universale, diciamola tutta: sì, la meritava. Perché la Spigolatrice l’aveva forgiata così già lo sciagurato Mercantini: una pin-up da Poveri ma belli. Ve la immaginate, una contadina cilentana di metà 800 che apostrofa sfacciata un bel maschio manco stesse su Tinder? “Mi feci ardita, e, presol per la mano, / gli chiesi: ‘Dove vai, bel capitano?’”. 

  

Se sessismo c’è, cercatelo là (e magari non in Sicilia, dove la sventurata Cirinnà riesce a geolocalizzare Sapri). Emanuele Stifano non ha fatto una statua alla contadina, ma alla sua idealizzazione: la Bersagliera di Pane amore e fantasia. Del resto, lì vicino, lo scultore ha eretto una statua anche a Palinuro, il nocchiero di Enea: e l’ha fatto discinto e ben tornito come un toyboy. Scandali? Come avrebbero detto i tifosi del Napoli, quando non c’era il pol. corr.: la Spigolatrice di Sapri? Era ’na zoccola.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"