contro mastro ciliegia
Giuseppe Conte, lo stanchino del popolo
Forrest Gump disse "sono stanchino" e si fermò. Lo ridisse anni dopo Beppe Grillo, e avrebbe dovuto bastare per certificare che era stata tutta una scemenza fin dal principio. Ma siccome le farse in politica avvengono sempre due volte, adesso lo ha detto anche l'ex premier, già stufo di un lavoro "stressantissimo"
"Sono un po’ stanchino”, disse Forrest Gump dopo aver corso per metà dell’America, inseguito da podisti invasati che lo avevano scambiato per il leader di un movimento. Si fermò, gli era cresciuta una barba da ministro talebano. Non disse nulla, e la scena era abbastanza comica, o abbastanza patetica: la fotografia dell’umana scemenza. Detto anni dopo da Beppe Grillo, con barba meno profetica, “sono stanchino” avrebbe dovuto bastare a chiarire che era stata tutta una immane scemenza, fin dal primo vaffa. Ma siccome la politica si manifesta la prima volta in farsa e la seconda pure, ieri l’Avvocato rifondatore del popolo, senza nemmeno un filo di barba profetica, l’ha detto anche lui: è stanchino. “Ve lo dico francamente: questo è un impegno stressantissimo. Lavorare così per il bene comune è una faticaccia enorme, quindi non credo che la potrò reggere anche fisicamente a lungo. E quindi però faremo in modo che ci sia qualcuno più bravo di me, quando sarà il momento”. In effetti è così stressato che giunto a Milano, dove i cinque stelle in totale sono meno di quattro, aveva sbagliato persino il nome della candidata sindaco del suo partito. Poi è ripartito, più che stanchino sembrava stranito. Qualcuno si faccia avanti a correre la prossima tappa.
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