Giuseppe Conte (foto Ansa)

contro mastro ciliegia

Giuseppe Conte, lo stanchino del popolo

Maurizio Crippa

Forrest Gump disse "sono stanchino" e si fermò. Lo ridisse anni dopo Beppe Grillo, e avrebbe dovuto bastare per certificare che era stata tutta una scemenza fin dal principio. Ma siccome le farse in politica avvengono sempre due volte, adesso lo ha detto anche l'ex premier, già stufo di un lavoro "stressantissimo"

"Sono un po’ stanchino”, disse Forrest Gump dopo aver corso per metà dell’America, inseguito da podisti invasati che lo avevano scambiato per il leader di un movimento. Si fermò, gli era cresciuta una barba da ministro talebano. Non disse nulla, e la scena era abbastanza comica, o abbastanza patetica: la fotografia dell’umana scemenza. Detto anni dopo da Beppe Grillo, con barba meno profetica, “sono stanchino” avrebbe dovuto bastare a chiarire che era stata tutta una immane scemenza, fin dal primo vaffa.  Ma siccome la politica si manifesta la prima volta in farsa e la seconda pure, ieri l’Avvocato rifondatore del popolo, senza nemmeno un filo di barba profetica, l’ha detto anche lui: è stanchino. “Ve lo dico francamente: questo è un impegno stressantissimo. Lavorare così per il bene comune è una faticaccia enorme, quindi non credo che la potrò reggere anche fisicamente a lungo. E quindi però faremo in modo che ci sia qualcuno più bravo di me, quando sarà il momento”. In effetti è così stressato che giunto a Milano, dove i cinque stelle in totale sono meno di quattro, aveva sbagliato persino il nome della candidata sindaco del suo partito. Poi è ripartito, più che stanchino sembrava stranito. Qualcuno si faccia avanti a correre la prossima tappa. 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"