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contro mastro ciliegia

Far pagare le cure ai no vax che si ammalano è una pessima idea costituzionale

Maurizio Crippa

La scemenza della giustizia "contributiva" di Alessio D'Amato in Lazio. In Cina fanno pagare le pallottole al condannato a morte. E allora perché non far portare il cibo da casa ai carcerati? In fondo, anche loro hanno trasgredito regole e obblighi sociali

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Vedi il poliziotto no vax morto perché convinto che il vaccino gli faceva male e non è che ti viene da ridere, non sia mai, ma un pensierino al fatto che una giustizia diciamo così retributiva esista lo fai: ottieni quello che hai voluto. Poi vedi i negazionisti dell’evidenza, Giorgia & Matteo, dire che è colpa dei migranti: e il pensiero che peggio ci sia solo Tajani ti viene, preciso. Ma forse è tutta la politica messa male, perché c’è anche la scemenza inversa. Quella della giustizia “contributiva”, se così possiamo chiamare quell’obbrobrio per cui nella democratica Cina, anni fa, stabilirono che i condannati a morte dovessero pagarsi di tasca propria la pallottola dell’esecuzione: senza oneri per lo stato.

  

Con idem sentire, ieri Alessio D’Amato, assessore alla Sanità del Lazio, ha proposto che “i no vax che contraggono il Covid e finiscono nelle terapie intensive dovranno pagare i ricoveri”. Un’idea della società di diritto e dei diritti costituzionali da accapponare la pelle. E’ come dire, in logica cinese, che i carcerati, avendo anche loro violato regole e obblighi sociali, devono portarsi il cibo da casa, oppure morissero di fame. E i ragazzi che fanno sega a scuola? Fargli pagare il riscaldamento sprecato? L’avesse detto Gallera, ci sarebbe il Pd in piazza a chiedere le dimissioni.

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