PUBBLICITÁ

contro mastro ciliegia

La folle asta di Briatore

Maurizio Crippa

Lo stato (cioè noi) rischia di dover risarcire per una dozzina di milioni il super ricco padrone del Billionaire: perché ha svenduto all'asta il suo yacht, e la Cassazione dice che non lo poteva fare. Questo non ci renderà più simpatico Briatore, ma sicuramente più antipatica una magistratura che si comporta in questo modo con la roba d'altri

PUBBLICITÁ

L’ultima volta che abbiamo distrattamente incrociato il nome di Flavio Briatore è quando i giornali ci hanno reso maniacalmente edotti del fatto che Ciro Grillo aveva tirato tardi al Billionaire prima della famosa notte. La penultima volta, ma si va memoria, sempre a proposito del Billionaire un anno fa: quando l’iconico super ricco minacciava rivoluzioni smeraldine contro il divieto di  apertura del suo locale famoso. Finì che qualcuno beccò il Covid, chapeau. Questo per dire che non è proprio in cima ai nostri interessi, Briatore. Però stavolta non è possibile non stare dalla sua parte. Perché dall’altra c’è uno stato ottuso, e una magistratura anche peggio. Succede che la Cassazione ha annullato la confisca dello suo yacht, che fu disposta per una vicenda di evasione sull’Iva. Servirà un terzo processo per sapere se lo yacht era confiscabile o no. La follia è che nel frattempo lo stato lo ha venduto all’asta, senza attendere la sentenza definitiva, e per una cifra molto inferiore al valore. Così, se il tribunale desse ragione a Briatore, ora lo stato (noi) dovrebbe risarcirlo per una bella dozzina di milioni. E non è che dare i nostri soldi a Briatore ce lo farà diventare più simpatico, ma senz’altro ci renderà ancora più antipatica una magistratura che vende all’asta quel che non può, e poi il conto lo gira a noi.

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ