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contro mastro ciliegia

La folle asta di Briatore

Maurizio Crippa

Lo stato (cioè noi) rischia di dover risarcire per una dozzina di milioni il super ricco padrone del Billionaire: perché ha svenduto all'asta il suo yacht, e la Cassazione dice che non lo poteva fare. Questo non ci renderà più simpatico Briatore, ma sicuramente più antipatica una magistratura che si comporta in questo modo con la roba d'altri

L’ultima volta che abbiamo distrattamente incrociato il nome di Flavio Briatore è quando i giornali ci hanno reso maniacalmente edotti del fatto che Ciro Grillo aveva tirato tardi al Billionaire prima della famosa notte. La penultima volta, ma si va memoria, sempre a proposito del Billionaire un anno fa: quando l’iconico super ricco minacciava rivoluzioni smeraldine contro il divieto di  apertura del suo locale famoso. Finì che qualcuno beccò il Covid, chapeau. Questo per dire che non è proprio in cima ai nostri interessi, Briatore. Però stavolta non è possibile non stare dalla sua parte. Perché dall’altra c’è uno stato ottuso, e una magistratura anche peggio. Succede che la Cassazione ha annullato la confisca dello suo yacht, che fu disposta per una vicenda di evasione sull’Iva. Servirà un terzo processo per sapere se lo yacht era confiscabile o no. La follia è che nel frattempo lo stato lo ha venduto all’asta, senza attendere la sentenza definitiva, e per una cifra molto inferiore al valore. Così, se il tribunale desse ragione a Briatore, ora lo stato (noi) dovrebbe risarcirlo per una bella dozzina di milioni. E non è che dare i nostri soldi a Briatore ce lo farà diventare più simpatico, ma senz’altro ci renderà ancora più antipatica una magistratura che vende all’asta quel che non può, e poi il conto lo gira a noi.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"