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Machismo a San Lazzaro (oilì, oilà)

Maurizio Crippa

Isabella Conti, la bravissima sindaca (con Italia Viva) di San Lazzaro di Savena ora candidata a Bologna ha sbroccato in stile Michela Murgia sul presunto sessismo del Pd: le danno di "renziana", e a un maschio non avrebbero detto "renziano". Ma che vuol dire? Si ascoltasse "La fiera di San Lazzaro" di Guccini, e poi vedrà (oilì, oilà)

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Fino a poco tempo fa per me San Lazzaro di Stavena era nient’altro che il luogo mitico di una fiera e di una canzonaccia d’osteria del Maestrone, scurrile e così impolite con le donne che adesso, per punizione, non gli farebbero più cantare manco la Locomotiva. Da un po’ di tempo, però, San Lazzaro è luogo mitico del renzismo, il luogo benissimo amministrato dalla sindaca di Italia viva Isabella Conti, ma così tanto bene che adesso la sindaca Conti si è candidata a fare la sindaca di Bologna. E potrebbe fregare il candidato del Pd, Matteo Lepore, bravo anche lui ma non gagliardo come la sindaca di San Lazzaro (oilì, oilà, farebbe coro il Maestrone).

 

 

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Bene, la gagliarda sindaca ha detto però una scemenza inutile, lasciandosi  trascinare dal michelamurgismo che va tanto di moda. Siccome uno dei problemi politici, a Bologna, è che è renziana, l’ha buttata sul sessismo: “Se fossi stata un uomo non mi avrebbero definito ‘renziano’: è sintomo di una cultura a sinistra maschilista, machista e misogina terrificante”.

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Ora, è vero che lei si candida da indipendente, ma è anche vero che nel partito di Renzi stava, e si parva licet hanno sempre dato di renziana pure a Monnalisa Boschi. Che c’entra il maschilismo? Provasse ad ascoltare La fiera di San Lazzaro, e poi vedrà (oilì, oilà). 

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