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contro mastro ciliegia

Lo strano spirito delle Leggi

Maurizio Crippa

Per Bernardini De Pace il ddl Zan, che sostiene, ha frasi scritte male e dunque spera che i giudici ne facciano poi saggia applicazione. Dove? Nel paese dei Davigo? Ma soprattutto: se la legge è scritta male, perché non chiedere di sistemarla? Ci potrebbero riuscire persino gli estensori del Pd

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Annamaria Bernardini De Pace, nota avvocato e columnist, si occupa di cose di cui di solito non mi occupo io. Ma segnalazioni degne di stima hanno attratto l’attenzione su un suo articolo di ieri, sulla Stampa, in favore della legge Zan: notavano, i segnalanti, una certa apprensione della commentatrice sul fatto che poi, a legge fatta, con l’applicazione vada tutto bene. Più che il contenuto, interessa lo spirito delle leggi nella versione di Bernardini De Pace: il ddl “vuole educare il paese a non provare odio per nessuno”. Ma le leggi servono a circoscrivere e sanzionare i reati: il cielo ci scampi dai giudici-educatori. Soprattutto, incuriosisce la perorazione finale: “Tutti dobbiamo coltivare la speranza che da parte dei pm e dei giudici ci sarà l’applicazione, oltre dell’onestà e della competenza, anche del buonsenso, perché nella scrittura della legge ci sono, per ora, alcune frasi che si prestano alla strumentalizzazione”. Se una legge è scritta male, anziché sperare in una applicazione che la raddrizzi, non è meglio chiedere agli estensori di riscriverla? Va bene che sono del Pd, ma potrebbero persino farcela. Invece, secondo l’autrice dovremmo sperare nella competenza e nel buonsenso dei magistrati: nel paese dei Davigo. Ma dove ha vissuto negli ultimi decenni Bernardini De Pace? All’estero?

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