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contro mastro ciliegia

Chi fermerà la musica?

Maurizio Crippa

Oxford vuole cancellare Mozart in quanto occidentale bianco. Ma la cosa peggiore è che viene messo sotto accusa la scrittura musicale, che invece avendo tradotto i suoni in numeri e segni grafici l'ha resa avvicinabile a tutti. Il pentagramma è un progresso universale

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Non so se la cosa scatenerà le ire dei sovranisti germanofoni o eurocentrici, al solo scopo di permettere poi a Roberto Saviano di ammannirci un’altra pippa inutile come quella sulla liceità di criticare Dante, ma la notizia secondo cui a Oxford (e dove sennò?) starebbero pensando di non far studiare più Mozart o Bach, e un giorno magari Puccini (Beethoven potrebbe salvarsi in quota ipo-udente) è degna di riflessione. Il motivo, ça va sans dire, è che appartenevano alla razza bianca e colonizzatrice, pure nella musica, e dunque via libera allo studio del jazz. Ma questa è banalità. L’aspetto più interessante è che esistono, davvero, personaggi che ritengono che il vero problema sia la scrittura della musica. Che è un’invenzione europea, raffinatasi nei secoli in un linguaggio di segni che consente, a chi ne sia padrone, di eseguire un brano musicale senza averlo mai sentito. Si rimprovera cioè, all’occidente, di aver saputo trasformare in segno grafico, in metrica, in astrazione la musica. Che infatti è la cosa più vicina in natura alla matematica, come aveva già capito Pitagora e come ha spiegato, con una complessità dannatamente occidentale, Wittgenstein. Per questo è comprensibile a tutti. Ma a Oxford preferiscono tornare al pensiero basic, che i neri hanno il ritmo nel sangue.

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