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contro mastro ciliegia

Il giapponese e la donna pig

Maurizio Crippa

Il direttore creativo di Tokyo 2021 voleva una famosa e formosa attrice vestita da porcellino rosa per l'inaugurazione: si è dimesso nella vergogna per sessismo.  Creativo, ma non un genio. Però c'è un dettaglio, che spiacerà ai profeti del bodyshaming: Naomi Watanabe, donna molto ironica, della sua taglia ha fatto pure un marchio, che si chiama "paffuto". Body is business

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Che i giapponesi (maschi) abbiano un grosso problema nei rapporti con l’altro sesso non lo scopro io. Ma forse ne hanno uno altrettanto serio con le loro Olimpiadi. Un mese fa il presidente del comitato organizzatore di Tokyo 2021 si era dimesso con ignominia per aver fatto battute sessiste. Ora è toccato al direttore creativo dell’evento, Hiroshi Sasaki, ed essendo un creativo la gaffe sessista l’ha fatta decisamente creativa. Voleva ingaggiare per la cerimonia di apertura una nota attrice, Naomi Watanabe, e farla sfilare vestita da maiale: una “Olympig” in un costume rosa, aveva scherzato sulla sua idea geniale. Sarebbe bastato. Il fatto è che Naomi Watanabe non è una taglia qualsiasi, ve la vorrei descrivere, ma temo che qualsiasi parola scegliessi arriverebbe @CostanzaRdO a tagliarmi la gola per bodyshaming. Insomma: è cicciona. C’è poi un dettaglio, che però nel mondo dell’indignazione perpetua si faticherà a considerare: è un attrice comica, di grande ironia, e ha lanciato un marchio di abiti per taglie forti che si chiama “paffuto”. Nel suo corpo non ci sta male, e anzi ne ha fatto un motivo di business. Se il signor Hiroshi Sasaki fosse stato meno creativo e avesse optato, come un De Gregori qualsiasi, per un bel “la donna cannone”, forse la sfangava.

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