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Contro Mastro Ciliegia

La presunzione di innocenza del vaccino

Maurizio Crippa

Il magistrato di Siracusa che guida l'inchiesta sulle morti "sospette" ha aperto il fascicolo ed è andato a vaccinarsi con AstraZeneca: bisogna avere fiducia. Anche nel paese in cui a tutti è simpatico lo Sputnik, che nessuno ha mai provato

Un giorno qualcuno sarà in grado di spiegare – anche senza ricorrere alle balle di Putin e a quelle derivate di Salvini – perché il vaccino Sputnik in Italia sia tanto simpatico e tutti lo vogliono, anche se non se n’è mai vista una fiala, e invece quello AstraZeneca stia sulle balle a tutti, anche se molti lo hanno fatto senza inconvenienti, e intere categorie di candidati a farlo si sentono come pecore al macello. (Nel frattempo, la Lega si è astenuta sul decreto Covid). Poi ovvio, quelli cialtroneggiano sulle forniture, scoppia il casino del lotto ritirato e della Danimarca, e da noi ci sono i tre morti sospetti in Sicilia. Di cui però ancora non si sa se sia colpa del vaccino. L’Italia è il paese in cui tutti credono ancora alla clorochina, ma in cui la procura di Siracusa ha già indagato dieci persone “per omicidio colposo”. Addirittura. Omicidio. Ma nel paese delle inchieste automatiche accade anche che il sostituto procuratore di Siracusa e titolare dell’inchiesta, Gaetano Bono, dichiari senza esitazione: “Poche ore dopo aver disposto i primi accertamenti mi sono recato all’hub di Siracusa per vaccinarmi con la prima dose di Astrazeneca. Ritengo sia fondamentale avere fiducia nella campagna vaccinale per superare questa emergenza”. Esiste anche la presunzione di innocenza del vaccino

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"