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contro mastro ciliegia

Il Fatto della Sera e la Rep. di Indro

Maurizio Crippa

Saviano, Sarzanini vice, Scurati, Veltroni e Gabanelli. Cairo sta spostando à gauche il Corrierone. Intanto, un addio della vecchia guardia dopo l'altro, chissà se la Repubblica di Molinari un giorno o l'altro diventerà il Giornale di Montanelli

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Non c’è solo il bannato Trump. Le cose dell’Informazione con la maiuscola cambiano anche qui, nel paese che non cambia niente. Ad esempio, Cairo. Massimo Giletti, scrive oggi il direttore, è una delle punte della sua squadra. L’altra è il Corrierone. E in bocca al lupo a tutti di fare bene come Belotti, la vera punta del cuore del nostro caro Urbano. Ma intanto lui rimescola gli schemi, e fa strane sostituzioni che manco Conte (inteso Antonio).

 

Ha appena ingaggiato Mr. Gomorra Saviano che zac, nomina Fiorenza Sarzanini, maestra di martello giudiziario, vicedirettore; ha appena ingaggiato Veltroni, aveva già l’anti “M” Scurati e si sussurra molto della crescita di Sua Reportità Gabanelli. Tira un po’ aria di Fatto della Sera (ma speriamo che il buon Fontana sappia evitarlo). I giornali non stanno fermi manco sulla scrivania, e mentre uno sposta meticoloso il Corr. un po’ a sinistra, sperando di non sentire tintinnio di manette (ma intanto Travaglio s’è preso Davigo, pas d’ennemis), accadono cose anche a Rep. Dove Molinari assiste con muto sorriso da Gioconda all’esodo della vecchia guardia gauchista.

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Prima di Saviano, Gad Lerner, e fu il più lesto; poi il sommo mafiologo Attilio Bolzoni, e il patriarca Valli, e pure il corsivista Luca Bottura. Nel frattempo qualche sospiro (t)rampiniano, e se tanto ci dà tanto Rep. ci passerà un po’ più a destra (sulla scrivania). Chissà se avremo finalmente un bel giornale conservatore, ma d’establishment. Qualcosa che trovandolo lì, ogni mattina, più che a Scalfari faccia pensare al Giornale, di Montanelli.

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