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CONTRO MASTRO CILIEGIA

Sul "permesso" ha ragione Di Maio

Maurizio Crippa

La vacua gnanera fighettina dei martiri da divano, e persino di certi addottorati, su una parola per una volta usata bene e a ragion veduta. E' chi governa o amministra che decide ciò che è permesso e ciò che è vietato

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La notizia degna di nota sarebbe stata in verità un’altra: Gigi Di Maio per una volta ne ha detta una giusta, e persino usando bene la lingua italiana, quella d’uso e quella leguleio-burocratica. Parlando via Twitter  aveva detto: “A Natale e a Capodanno permettiamo ai cittadini di spostarsi tra i piccoli comuni”. Subito s’è scatenata la protesta dei Signorini Sopracciò, tra cui perfino persone addottorate, offese nell’intimo del sentire democratico da quel  “permettere”. Tutti a dire, con la fantasia di una pera: Di Maio mi ha permesso, ma come si permette?  Sono piovuti i meme, di quelli senza arguzia e fantasia: “Concediamo ai Nostri sudditi di spostarsi”.

 

C’è cascato come una mosca sul miele pure @CarloCalenda, che pure dovrebbe avere di meglio da fare: “Ci ‘permettete’? Scritta così? Graziosa concessione? Ma chi sei Il Re bibita”. Peccato per i feriti nell’orgoglio che “permesso” quando significa il contrario di “divieto” è esattamente la parola anche regolamentativa corretta: è "permessa la balneazione” significa che si può fare il bagno, non è vietato. E il potere di permettere e vietare è di chi governa o amministra. E se il governo dice che spostarsi sarà permesso, ha detto  bene e fatto il suo. Il resto è martirio da divano, è non sapere l’italiano né la legge. Il resto è gnagnera.

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