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Contro Mastro Ciliegia

Togliere il fiasco a CR7

Maurizio Crippa

Quelli della vita spericolata come Vasco e i Ferragnez sono diventati i migliori testimonial di responsabilità e mascherina. Invece gli eroi dello sport danno il cattivo esempio, un negazionismo superficiale e annoiato

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C’erano quelli della vita spericolata e quelli della musica sgangherata e “me ne frego”, e persino quelli che davano la cattiva influenza ai ragazzini. Insomma c’erano quelli come Vasco, Achille Lauro o i Ferragnez, e pure quegli  antisalutisti per antonomasia dei Rolling Stone. E puf!, benedetto l’assalto della realtà, sono diventati i nostri più amati testimonial della mascherina, del proteggere se stessi perché si vuole bene anche agli altri, del buon esempio dato senza farne una pippa da conferenza stampa della domenica sera. Bravi e grazie. Poi invece c’erano quelli della salute da tutti i pori e del corpo ben curato, mai una birra e manco una cannetta, quelli dei valori positivi e dell’esempio da dare ai giovani. Insomma i divi dello sport. Poi arriva CR7, che fa la quarantena con piscina, e siccome non può giocare una partita contro Messi perché è positivo mette sui social la sua stronzata da negazionista annoiato: “Il tampone è una cazzata”. Evviva. Già ci si era messo il ct Roberto Mancini, postando una vignetta che sembrava scritta dal ghost writer di Trump: “Hai idea come ti sei ammalato? – Guardando i Tg”. Ma poi almeno aveva chiesto scusa, dopo che gliel’avevano domandato con i dovuti modi. Di Ibra non diremo niente, segna più di prima, ma è ovvio che migliaia di ragazzini avranno preso la sua vittoria sul virus come un liberi tutti non ci faremo male. Le prediche non servono, anzi annoiano. Ma in questi casi viene da dire: toglietegli il fiasco. O almeno, per favore, i social.

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