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Contro Mastro Ciliegia

Una Savannah Guthrie anche per il vecchio Disney

Maurizio Crippa

La folle e autodemolitoria campagna pol. corr. per far sembrare razzisti tutti i vecchi cartoni animati. Aristogatti compresi. E Walt un negriero dello Zio Tom

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Nel giorno in cui pure Vincenzo De Luca ne spara una giusta, cioè giustamente scorretta, “nel weekend di Halloween, americanata che è un monumento all’imbecillità, chiuderemo tutto alle 22”, ci vorrebbe una Savannah Guthrie anche per i discendenti del vecchio Disney. E’ la giornalista di Nbc che ha bacchettato Trump “lei è il presidente, non lo zio pazzo di un tizio qualsiasi”. Alla multinazionale dell’entertainment invece vanno avanti come pazzi con una campagna da neolingua orwelliana per far sembrare il caro zio Walt una specie di negriero dello Zio Tom. Hanno appena aggiornato gli avvisi per segnalare  le “rappresentazioni culturali superate” del loro formidabile catalogo e tra i cartoni da bruciare sono finiti Gli Aristogatti, Lilli e il Vagabondo, Dumbo, Peter Pan e Il libro della giungla. Film che contengono “rappresentazioni negative e/o trattamenti errati nei confronti di persone o culture. Questi stereotipi erano sbagliati allora e lo sono oggi”.

 

E passi per il Re orango del Libro della giungla che canta in uno sgangherato stile Dixieland, ma i pellerossa (ops) di Peter Pan, chissenefrega se sono disegnati “senza riflettere né la diversità dei popoli nativi né le loro autentiche tradizioni culturali”? Cari bambini, guardatevi quella palla di Balla coi lupi e pareggiate il conto. E giù le mani dal gatto siamese degli Aristogatti “con tratti stereotipati esagerati” , che suona un magnifico asian jazz. Le parole e il loro senso cambiano, sì. Ma non diventano per forza offese. O ci ritroveremo tutti come lo zio pazzo di un cartone animato per idioti.

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