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Contro Mastro Ciliegia

Intervista con la mosca saggia. Il debate, la noia e la cacca

Maurizio Crippa

Quell'insetto che si è posato per minuti sulla testa di Mike Pence durante il dibattito con Kamala Harris e una vecchia canzone di Claudio Lolli

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"Oggi è morta una mosca / dopo avere volato / tanti anni da sola / bassa bassa su un prato”, cantava un tempo un gran poeta (no Nobel) di nome Claudio Lolli. Alexandra Petri, columnist del Washington Post, è davvero preoccupata, nell’intervista, di quanta vita abbia sprecato, la mosca, stando sulla zucca di Mike Pence durante il debate (un mese di vita di noi umani?). Perché Alexandra Petri l’ha intervistata: la mosca. The fly che per un bel pezzo s’è posata sulla testa del vice president che replicava “non è vero” che il presidente non ha condannato i suprematisti bianchi (il momento più eccitante), mentre Kamala Harris gli diceva: sto parlando io!

 

La strepitosa intervista alla mosca, la star della serata, è pezzo di bravura, che sta tutta nelle risposte: “BZZZZZZZZZZZZZZZZ”, a volte più sintetiche, con qualche “ZZZ” di meno. Perché davvero lo scontro tra il vice e la candidata vice non ha acceso gli animi degli americani, o perché forse soltanto a diventare mosche si potrebbero trovare le risposte nascoste nella testa del braccio destro di uno come Trump. O perché la mosca è saggia, parametrata a molti politici non solo americani di oggi. Sta “reclinata su un’arancia sbucciata”, “si sfrega le zampe davanti in modo pensieroso”. “Diversamente da tante celebrities, sembra un po’ più grassa dal vivo”, perché è un’intervista come si deve. E si va a posare, finita la chiacchiera, su una “cacca di cavallo”. Che forse è il posto di certa politica. Lolli avrebbe detto “il suo dolce odore di merda”.

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