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Contro Mastro Ciliegia

Spazzare la polvere di 5 stelle, ecco la mission impossible

Maurizio Crippa

Prima i romani convivevano con nonchalance con la Hollywood sul Tevere. Ma cinque anni di grillismo hanno fatto perdere la memoria a questa città da cineteca

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Non sono bravo come Minuz&Masneri, e a Roma ci sono stato solo da piccolo, in gita con la scuola. Ricordo bene le ex comparse di Ben-Hur vestite da soldati con lo scopetto in testa e le noccioline in mano. Davanti al Partenone, credo. Però una cosa me la ricordo bene, ma proprio bene. I romani hanno avuto una loro cinematografica grandezza, quando convivevano con principesca o popolana nonchalance con la Hollywood sul Tevere. Vedevano sfrecciare Gregory e Audrey sulla Vespa, Ingrid con Rossellini e la Magnani appresso, e ogni sera qualche divo da riportare a letto sbronzo da Trastevere. Ma tanto è caduta in basso, la Capitale (un Oscar a chi indovina per colpa di chi) che ieri è arrivato Tom Cruise, per girare qualche scena del nuovo Mission: Impossible. E i romani, invece di dire: embè? il solito americano a Roma, hanno sbroccato come dei primitivi alla prima apparizione del fuoco.

 

Insulti a se stessi, però: “Tranquillo, gli autobus in fiamme te li diamo noi”, “attenti a non finire in mezzo a una scena spericolata” “ahò, m’hanno fatto fa’ tardi ’sti quattro cornuti della troupe”. Come non avessero più memoria, come non avessero mai visto il cinema, loro che sono Fellini e Cinecittà, e di Hollywood sul Tevere erano i veri re. A tanto l’hanno ridotta, ahimè, questa città da cineteca. Polvere di cinque stelle. Farla resuscitare, se non si tolgono in fretta, quella sì sarà una mission impossible.

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