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Contro Mastro Ciliegia

Quino e Guernica

Maurizio Crippa

Il colpo di genio del disegnatore sta in due vignette nel 1982 nelle quali c'è una raffinatissima e lunare presa per il culo di quelli che hanno la mania di mettere a posto il mondo

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Per tutti resterà sempre “il papà di Mafalda”. Per me – ma ovviamente non soltanto per me, il suo colpo di genio in due vignette ha infiniti estimatori in tutto il mondo – resterà per sempre quello che mise in ordine Guernica, in una raffinatissima e lunare presa per il culo di quelli che hanno la mania di mettere a posto il mondo. Una filosofia della storia spiegata senza parole, col paradosso di due disegni. Era il 1982, la sua Argentina stava faticosamente uscendo dal suo periodo più drammatico, la dittatura, i desaparecidos e anche quella ferita profonda all’orgoglio nazionale che fu la guerra delle Malvinas (britannico: Falklands). Quino disegnò una doppia vignetta. Nella prima, una spigolosa padrona di casa mostra alla cameriera grassa un salotto travolto dal caos di una serata padronale. Sulla parete, fa bella mostra di sé il quadro di Picasso, icona novecentesca del mondo sconvolto dalla guerra e dal sopruso, e nulla vieta di pensare che sia proprio l’originale. Nella seconda vignetta la padrona torna, il salotto è in perfetto ordine, ma qualcosa non la persuade. Cosa? E’ che la solerte domestica ha messo in ordine anche il disordine di Guernica. Il nuovo corso della Storia andava verso una ordinata e neoliberale fine della Storia, o così pensavano gli incauti. Ma non Quino. Joaquín Salvador Lavado Tejón, in arte Quino, era nato a Mendoza nel 1932, è morto ieri a Buenos Aires.

 

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