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Contro mastro ciliegia

Il ginocchio di Zaniolo e il calcio da dare alla malinconia

Maurizio Crippa

Che il fortissimo giovane giocatore della Roma possa riuscire a essere il futuro fuoriclasse che tutti sognano diventi

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Ginocchi e rimpianti. I fratelli Bauscia hanno la memoria malinconica e lunga, e si ricordano con dolceamaro rimpianto del loro Ronaldo, inteso il Fenomeno, troppo veloce per il futebol e per le sue stesse articolazioni, pur sempre umane, quando il ginocchio gli fece crack. Tornò, e fu azzardo o colpa o destino, furono una manciata di minuti e poi ancora un urlo e un crack, lo stesso ginocchio. Tornò ancora, anzi se ne andò, raddoppiando la malinconia, e vinse ancora e tanto, ma non era più lo stesso Speedy Gonzales sorridente di prima. Anche i ginocchi di Nicolò Zaniolo, fortissimo e bello e biondo e di ventun anni, hanno fatto crack. Prima uno poi l’altro, l’altra sera in Nazionale quello sinistro. E così la malinconia che sia andato via non conta niente, solo una storia tutta bauscia. Ma viene invece da dire, di cuore, e da sperare che la malinconia svapori presto via, e non sia di tutti, di tutti gli italiani che amano il calcio, oltre che la sua personale, il suo dolore ragazzo. Che i suoi ginocchi tornino com’erano e come dovrebbero essere quelli dei giovani eroi. E lui possa essere il futuro fuoriclasse che tutti sognano diventi, e fare le sue giocate di prestigio e le sue mattane dentro e fuori dal campo per cui è pure famoso. Lui e il bel personaggio che già è, lui e la sua appariscente mamma che l’ha trasformato in campione dei social prima ancora che diventasse un campione del campo. Long may you run, Nicolò Zaniolo.

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