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Scuola di bussolotti

Maurizio Crippa

Questo terrore per il rientro in aula finora ha prodotto soltanto una marea di confusione demenziale

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Io la butto lì, con beneficio di inventario, senza intenzione di aumentare il casino “Hellzapoppin’”, di aggiungere una rotella a un banco fuori posto. Però, tra le uniche persone reali che si stanno occupando del rientro a scuola – e anzi molte sono già rientrate, per le noiosissime riunioni ben distanziate – insomma tra i prof., gira una nuova preoccupazione. Ci si chiede: e i compiti in classe? E le verifiche? Come faremo a farcele consegnare sui cari vecchi foglio protocollo? E si scopre che no, se non sistemano i protocolli non si potrà, perché faranno ancora testo quelli per l’esame di maturità. Che avevano vietato il tema e gli scambi cartacei.

  

Gli innovatori duri e puri, subito a dire: scriveranno sui computer e gli iPad. Che però dovranno portare a scuola, e chi li sanifica, l’antivirus? E poi, per spedirsi verifiche e file, tanto vale continuare con la didattica a distanza, no? Sarebbe più funzionale, soprattutto per gli studenti (o volete ricominciare a chiedere all’Azzolina quanti studenti in Italia sono senza iPad?).

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Il punto è però anche un altro, concettuale diciamo, e riguarda tutto questo terrore per la riapertura delle scuole, che finora ha prodotto soltanto una marea di confusione demenziale: agli studenti sarà concesso di affollarsi all’80 per cento sui bus. E peggio ancora, le scuole possono essere autorizzate a stipare gli studenti, all’80 per cento, su un bus per portarli, putacaso, al centro sportivo per attività all’aperto. Invece scambiarsi un foglio, questo no, manco trasportandolo su un monopattino elettrico. E spedirsi i compiti in classe con la cara vecchia cerbottana, fatta con la biro Bic?

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