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Alla stazione di Carnate arrivò la notizia in un baleno

Maurizio Crippa

Se non trovate che il treno senza conducente schintatosi in Brianza sia una metafora perfetta dell’Italia, non avete fantasia

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Il treno è sempre così banale, se non è un treno della prateria. Almeno che non corra come una cosa viva sui binari, senza nessun umano ai comandi della locomotiva. Perché in quel caso la metafora può essere anche abusata, ma scatta come se tutti i neuroni non aspettassero altro. Nel paese in cui sembra che il problema siano le disco e non il Mes, in cui i contagiati non vogliono stare in quarantena manco alla Maddalena però il problema grave sembra il congresso del Pd, ci mancava il treno senza conducente. 

 

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E’ successo alla stazione di Carnate, Brianza a tendenza lecchese, dove si è schiantato un pendolari che aveva viaggiato da solo per dieci chilometri. E per fortuna non è stata strage (auguri ai tre feriti). Ma non è stato un attentato, non è stata una quasi tragedia figlia della fatalità. E’ solo che macchinista e capotreno erano scesi alla stazione precedente, per farsi una pausa. E se non trovate che sia una metafora perfetta dell’Italia, non avete fantasia.

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