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Buttare giù la camicia

Maurizio Crippa

Brooks Brothers ha dichiarato bancarotta causa coronavirus. Ma vedrai che la salveranno: la button down vale assai più di Alitalia

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Che le camicie in politica abbiano sempre fatto fico e portato bene, anche no. Per stare ai disastri recenti, della mitica foto in camicia bianca, Bologna 2014, dei leader quarantenni della nuova sinistra non è rimasto quasi nessun mannequin. Dalle camicie gheddafiane di Varoufakis dovette prendere le distanze sartoriali persino Tsipras, che poi, per sicurezza, ha preso le distanze anche da tutto il resto. Ma in un momento in cui tirano giù tutte le statue, comprese quelle di Lincoln, il crollo delle Brooks Brothers è una coltellata. Lincoln, come informano i manuali di mitologia, fu il primo presidente, di otto, a indossare le camicie dei Fratelli. Pure il giorno che gli spararono. JFK fu il testimonial della Nuova Frontiera e insieme il testimonial della button down tra noi mortali. Tanto che non s’è mai capito se le button down di Veltroni fossero un rimando al bella politica di Camelot o più semplicemente una citazione dei Sixty. Ma ora Brooks Brothers – appartiene a Claudio Del Vecchio, figlio, che nel 2001 aveva sborsato 225 milioni di dollari per il marchio – ha dichiarato bancarotta causa coronavirus (poi dite che la mania di lavorare in tuta da casa non era l’inizio della fine). Vedrai che la salveranno: del resto la button down vale assai più di Alitalia. Ma intanto se ne va un po’ il sogno liberal per maschietti. E soprattutto, Dio non voglia: metti che come unico simbolo della democrazia ci resti la pochette?

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