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I ghisa in monopattino manco Burioni li aveva previsti

Maurizio Crippa

Ben prima del lockdown, quando ancora il Covid era una barzelletta cinese, lo avevo scritto, dopo averlo provato: il monopattino elettrico è un salto nel buio della civiltà

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Ora, io non vorrei proprio passare per il Burioni della smart mobility, e mai avuta intenzione di portare sfiga a nessuno. Però io, ben prima del lockdown, quando ancora il Covid era una barzelletta cinese, lo avevo scritto, dopo averlo provato: il monopattino elettrico è un salto nel buio della civiltà. Al massimo una cosa da fighetti green lives matter, o da sinistra Ztl. Ma trasportateli in economia di scala e su una città nemmeno enorme come Milano (di Roma non parlo, lì si cade nelle buche anche con le station wagon) e verrà fuori un casino. Giorni fa due ragazze sono finite male in un incidente, anche perché viaggiavano in due sull’audace mezzo. Di pericolosi zigzag sui marciapiedi non si sta manco più a sentire, e ieri i giornali anti-Beppe tuonavano che ce ne sono 60 mila, di monopattini, fissi in sosta vietata. E in tutto questo, di fronte a questo disastro annunciato in cambio dell’illusione di salvare il pianeta, i ghisa che fanno? Bene, “presto a Milano gli agenti di Polizia locale potrebbero sistematicamente girare anche in monopattino per garantire il rispetto delle regole in tutta la città”. E se non credete a me, chiamate Burioni.

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