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Tedeschi (calcio) solidali

Maurizio Crippa

In Germania i club più ricchi mettono a disposizione risorse per le squadre più povere. Da noi invece garantire la competitività non frega a nessuno

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Il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, è molto euro-solidale. Il ministro dell’Economia tedesco Peter Altmaier, che conta ovviamente di più, molto meno. Ma tant’è, oggi è sabato e nel mondo di prima avremmo parlato di calcio. E c’è una notizia buona che aiuta a capire come i tedeschi siano un popolo organizzato e capace di solidarietà. Almeno tra di loro. Per far fronte al lockdown calcistico, i quattro club più ricchi della Bundesliga – Bayern Monaco, Borussia Dortmund, RB Lipsia e Bayer Leverkusen – hanno creato un fondo da 20 milioni per sostenere le squadre più povere. Quelle che, in soldoni, non potrebbero pagare gli stipendi e dovrebbero vendere i calciatori. E’ vero che con 20 milioni in Germania compri l’alluce di Lewandowski, ma la differenza è che in Italia di “garantire la competitività e fare salvo il criterio di giustizia” non frega a nessuno, stanno a litigare su quando ricominciare e se i giocatori sono disposti a tagliarsi lo stipendio (spoiler: no). I tedeschi sono solidali, tra loro. Noi invece fessi universali.

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